02 novembre 2008

Twentysomething (singing with my Jamie Cullum)

Celebrare il proprio compleanno il giorno successivo sarà un po' fuori luogo, ma ormai ci sono abituato: per colpa delle festività ricevo auguri sia il 31 che il 2, quindi non faccio alcun danno a scrivere quattro righe in merito oggi.

Ventiqualcosa, dove quel qualcosa è una cifra a caso tra sei e otto: mi sento un'equilibrista, con la mia barra danzo sul filo dei miei anni esattamente a metà della seconda tranche, laggiù la fatidica pedana dei trenta. Ventiqualcosa perché per troppi anni l'unità non ha mai fatto molta differenza (ahimé), sia nella seconda decina che nell'attuale; qualcosa però è cambiato, forse perché le mie cellule stanno per entrare nella fase degenerativa, forse perché lo sono già e ora sono arrivate ad un punto di non ritorno.

Impazzito.

Quando ti commuovi davanti ad un semplice sms di una tua cara amica, quando guidando verso casa assordato da Viva la Vida vedi scorrere davanti a te in un decimo di secondo sedici anni controversi, ad un tratto dietro una curva spunta qualcosa, la tua casa.

Venerdì, da ventiqualcosa meno 1, orchi e streghe di Halloween erano lontani mentre vicino a me avevo QUASI tutto; ad un tratto fa giorno, e tra pasticcini e nipoti furbi qualcuno s'impegna a spingere il tasto REWIND sul mio registratore personale, io premo con forza STOP e mando avanti il tutto; mi ritrovo a lume di candela, sdraiato sul pavimento di casa mia, guardando sopra di me la stella più luminosa, nella notte del 2 meno fosca che abbia mai visto.

E ora sono qui, da ventiqualcosa, non m'importa più nulla di ciò che era e non doveva essere, ripongo la mia attenzione solo su ciò che ora è.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

ma dai
che tanto ti danno sempre 22 anni! =D

Anonimo ha detto...

intervallo...
MOMENTO IMBARAZZO!
=DD

Anonimo ha detto...

Beh, ventiqualcosa, auguri ;)