31 agosto 2007

Let it rain

Non so che ore siano, non me ne frega più di tanto. Sono in macchina e sono fradicio: fuori la pioggia scende copiosa, il sudore rende quasi insopportabile il rimanere lì seduti, in poco meno di quattro metri al chiuso, respirando aria viziata.
Anche la mia mente è vittima di questo tempo da lupi, ma almeno lei ne ha tratto giovamento: è come se la pioggia avesse lavato via tutti i pensieri, buoni e cattivi, e al loro posto si fossero create delle pozzanghere di stimoli; pozzanghere che riflettono immagini distorte, pozzanghere che generano suoni gradevoli al cadere delle gocce.
Pozzanghere inspiegabili, quasi sconosciute, ma coinvolgenti.
La pioggia credo abbia un effetto strano su di me, mi innervosice e al tempo stesso mi rilassa, proprio come quando mi immergo in un mare mosso.

Sto ascoltando: Prince - Purple rain

(Viva la pioggia di ieri sera, che mi fa ricordare una delle canzoni a cui tengo di più; ogni volta che risento quei due minuti solo strumentali è un orgasmo che si ripete)

21 agosto 2007

Volevo salutare

A volte gli uomini sono padroni del loro destino; la colpa, caro Bruto, non è delle nostre stelle, ma nostra, che noi siamo dei subalterni
dal Giulio Cesare di William Shakespeare

Per chiudere l'argomento vacanze, voglio fissare alcuni pensieri adottando l'odiosa tecnica del saluto, gradita a molti ascoltatori radiofonici e televisivi prima di chiudere una comunicazione in diretta.

Volevo salutare...
....il "giullare" di Calle de la Virgen, credo sia la persona più originale che abbia visto in tutta la mia permanenza: tutina aderente a righe stile calzamaglia, borsa da spiaggia in paglia, in testa un cappello con tanti funghi di plastica, un trucco che persino Moira Orfei potrebbe invidiare. Geniale.

...la bellissima coppia lui-lui di Cala Salada...avete presente la perfezione? Li rivedrei volentieri all'altare con la mia benedizione.

...tutti gli inglesi che a mezzanotte hanno il coraggio di girare per la città in costume e telo mare sulla spalla. Non è mai troppo tardi.

...tutti gli organizzatori di feste nelle discoteche più figose: il mio portafoglio vi ringrazia (un saluto particolare a quegli straccioni della serata Gorgeous allo Space...solo 20 euri per un ingresso, tze!)

...il mio compagno d'avventure L., l'animale ancora oggi sostiene che la nuova canzone dei Tazenda è cantata in spagnolo, anche dopo una settimana in Spagna

...i ristoratori furbi che ti infilano nel conto pane o bibite varie mai consumati. Tié...nun me freghiiii!

...le sorelle C, canne coca e compresse: un'ossessione per l'intera settimana, chiunque mi domandava se avessi "qualcosa"

...le vicine di Alicante: grazie mille per la catenazza regalatami, con quella indosso sembro un orso pocket, ora posso tornare a Sitges sentendomi a mio agio tra turisti; mi spiace invece per l'orrenda battuta in stile "Oltre il Pride" che vi ha fatte sbiancare fatta dal mio amico L., sappiate che non è affatto il mio ragazzo e non è sempre così "sfranta" come in quell'occasione

...il gruppo di ragazze milanesi molto carucce che, nel chiringuito di Cala Comte, mi ha squadrato per ben 20 minuti: un record, apprezzo e me ne vanto (nonostante non ci guadagni nulla)

...Maurizio, il gestore brasiliano del bar 22 (credo si chiami così) che s'è intrattenuto con me a lungo facendomi i complimenti per il mio scadente spagnolo: mi sono sentito come una chiattona di 130 chili alla quale vengono riconosciuti gli sforzi per i 2 etti e mezzo buttati giù in un mese.

... infine Damien, ragazzo francese di 22 anni che ha trascorso con noi l'intera nottata di martedì in discoteca, uno di quelli che ha stoffa da vendere e ci prova sempre nonostante abbia "saturno contro" da un po'; è come se un ragazzo-provincialotto-acidello-viziatello-e-saturo-di-divertimenti avesse preso un bel calcio nel sedere e si fosse risvegliato da un torpore durato fin troppo, ben una settimana intera: in un colpo solo ha trasformato la sopita critica verso gli altri in qualcosa di prezioso e positivo. Conserverò a lungo il tuo ricordo, Adieu Damien!

Intervallo


Ibiza, Cala Comte, veduta di un piede che si lascia dolcemente "affogare"

Io, lei (l'isola) e l'altro (il cormorano)

Percorrete le vie di Gerusalemme, osservate bene e informatevi, cercate nelle sue piazze se trovate un uomo
Geremia 5,1

Me ne sto un po' tranquillo, la spiaggia è un carnaio e ho bisogno di una buona dose di quiete.
Passeggio sul bagnasciuga, alla mia destra c'è un'ammucchiata di suoni, muscoli, colori e perversione; alla mia sinistra invece c'è l'opposto, qualcosa di naturale e per nulla provocatorio.
Oltrepasso una scogliera che delimita l
a spiaggia e raggiungo una zona ben più selvaggia, c'è un'arida montagnetta con rare sterpaglie che finisce in mare con una moltitudine di scogli e rocce di vari colori. Il sole scotta, la mia pelle è aggredita da questi raggi di metà pomeriggio: non mi curo del fastidio che ho addosso e proseguo il mio cammino.
Raggiungo una scogliera poco ripida e facile da scalare anche con un paio d'infradito; vedo un ragazzo seduto ad ammirare l'orizzonte che riempie le sue orecchie di una musica, credo, molto conciliante. Oltrepasso il relitto di una barca e me lo trovo lì di fronte: impettito, ha un aspetto un po' goffo, è raccolto in sé stesso e si gode il mare; si accorge della mia presenza ma prosegue l'opera di pulizia delle sue piume facendosi cullare dal vento. Continuo a seguirlo con lo sguardo, poi mi concentro sulle onde che si infrangono proprio sotto di me: una di queste si schianta in modo violento e mi bagna, in pochi attimi il ristoro trovato dall'acqua svanisce.
Mi allontano, voglio guardare quell'uccello da lontano, mi siedo su uno scoglio a meno di un metro dell'acqua: è là lontano, non si muove più e nemmeno io.
Non so quanto tempo sia passato, mi alzo e lancio l'ultima occhiata a questo superbo quadretto prima d'immergermi nuovamente nell'orgia di suoni, muscoli, colori e perversione.

04 agosto 2007

Chiuso per ...

Un bambino è fermo davanti ad una saracinesca abbassata, al centro di essa spicca un cartello fluorescente con scritto “Chiuso per ferie dal 04/08 al 26/08”. Sua madre lo prende per mano e lo porta via.

Siamo arrivati ai saluti estivi: eh già, perché io mica mi porto il blog in vacanza, la speranza è quella di raggiungere la mia meta con il minor numero possibile di aggeggi elettronici, soprattutto quelli che dominano la mia vita lavorativa. Finalmente è arrivato il mio turno, tra pochi giorni parto per il mare e mi lascerò alle spalle tante cose, quest’anno per la maggior parte belle.

Lascio a casa la mia casa, quando tornerò ritroverò tutti i ricordi di cui quelle stanze sono colme, e ne aggiungerò degli altri.
Lascio a casa la mia auto, sporca come sempre (a differenza della casa)
Lascio a casa la mia famiglia, sempre più strampalata, più distante ma pur sempre presente
Lascio a casa mio nipote, lo ritroverò con un anno in più sulle spalle e con addosso vestiti stylosissimi
Lascio a casa quel paio di infradito, ne faccio volentieri a meno
Lascio a casa tutti i miei amici tranne uno, mi dispiace molto, avrei voluto condividere con loro una vacanza come questa
Lascio a casa persone come lei ma, come ho già detto, mi conforta sapere che potrebbe seguirmi ovunque
Lascio a casa il gatto del mio cortile, che faccia pure pipì e cacca sulla soglia di casa mia quanto vuole

Lascio a casa il mio blog, lascio a casa anche te, lettore distratto che passi di qui ogni tanto: questa serranda è abbassata per un po’, non voglio mettere alcun cartello dai colori accesi, forse questo blog rimarrà chiuso per un po’, forse per sempre (anche se sempre è una parola che non sopporto...quindi...). Finalmente non sono più io quello davanti al negozio, semmai sono il negoziante in vacanza. Sapete una cosa?

Puoi prendere una strada che ti porti alle stelle. Io posso prendere una strada che mi porti fino in fondo.

Le mie stelle le ho già, le ho sempre avute, solo che non mi serve raggiungerle, mi basta guardarle da quaggiù. Ecco, il solito cinico coi piedi ben saldati a terra.
Ora vado a divertirmi, magari sotto le stelle, nuove e vecchie. Vado a fare lo sprovveduto a Ibiza...beh non proprio come lui, ma la mia buona dose di divertimento e relax non mancherà (E., smettila immediatamente di pensare che vado a fare la sgualdrina!). Chissà quante stelle riuscirò a rivedere
al mio ritorno dalla finestra di casa mia.

Un grazie particolare va alle due mie stelle della radiofonia italiana, Pina&Diego, sempre pronti a dare buoni consigli ad una gallina come me (soprattutto grazie a Diego).

01 agosto 2007

Grazie (ma che coglione sono?)

Ti ho pensata sai, e anche spesso: non so il motivo per cui non ti richiamavo, mi rendo conto solo mi risultava difficile contattarti, nonostante sapessi quanto fossi splendida.
Forse il tuo ricordo mi legava ad un periodo poco piacevole, ad un'altra persona che conosciamo entrambi, colui che ha avuto solo la colpa di mettermi davanti ad uno specchio per mostrarmi quanto la pelle del mio viso fosse invecchiata, soprattutto in quei tre mesi.
Continuammo a vederci, le poche serate passate assieme furono però veramente preziose per entrambi. Condivisi con te la gioia della mia nuova casa e, più in generale, la mia rivincita su quel periodo di cui tu sei stata testimone. Tu mi raccontasti dei tuoi problemi e delle tue soddisfazioni, e ancora oggi sono felice di averli avuti qui tra le mie mani.
Poi un giorno, davanti al tuo numero di cellulare non riuscii a mandarti un sms: mi comportai da codardo, non c'era alcuna ragione che m'impedisse d'inviartelo.
La sorpresa e la gioia di rileggerti sabato non me l'ha tolta nessuno, volevi rivedermi nonostante tutto questo tempo.
Poco fa ti ho chiamata, mi hai detto che per rivedermi hai fatto i salti mortali nel recuperare il mio numero di cellulare che purtroppo avevi perso: sappi che mi hai fatto star bene, nonostante non sia mai stato così "importante" per te.
Forse non è vero che non sono "importante", forse sono solo io che non sono abituato a reggere il peso delle parole, quelle sincere e quelle indispensabili.
Non vedo l'ora di rivederti al mio ritorno.