30 dicembre 2007

Com'é triste Venezia....(?!)

Charles Aznavour non aveva tutti i torti, quasi sempre Venezia m'ha lasciato quel background malinconico un po' fastidioso e senza spiegazioni, ma stavolta il giudizio non è affatto negativo.

Ricordo che da piccolo la visitai coi miei genitori e lasciammo nelle calle oltre al nostro buonumore, soldi, documenti, chiavi di casa e un insignificante marsupio nero: un turista straniero frequentatore di bagni pubblici ringrazierebbe del dono mia madre ancora oggi, se la conoscesse. Ci tornai successivamente un paio di volte in estate, non c'è niente di peggio dell'umidità alle stelle unita al "gradevolissimo profumo" d'acqua stagnante.

Venerdì, l'ennesima gita in laguna: nonostante il freddo cane, il viaggio in treno "sufficientemente" lungo e tutti quei piccioni in Piazza San Marco credo sia stata una giornata veramente gradevole, forse grazie al compagno di viaggio.

Meno triste insomma...ma Venezia lo è poi? Secondo me ho la memoria troppo corta.

27 dicembre 2007

Gesù Bambino

L.: Ciao Blasphemo, ma cosa ti ha portato Gesù Bambino?
B.: Ehm...[...tentativo di connessione con l'età infantile in corso...]...niente...credo non abbia ancora ricevuto la notifica del mio cambio di residenza.
L.: Ah certo, non sa ancora che abiti qui!
B.: Eh...purtroppo no!

In realtà, lo sa, ma non sono stato bravo quest'anno, allora ho rimediato comprandomi la mobile connect card di Vodafone. Adesso sono entrato negli anni 2000. Tié.

A dire il vero Gesù Bambino mi ha già fatto un regalo, ancor prima di Natale.

18 dicembre 2007

Monòpoli o Monopòli?

Mi sto per arrendere. Ho sempre odiato l’idea di arrendermi.
Non sono un visionario, mi rendo conto di essere fin troppo con i piedi per terra, però m’incazzo veramente quando le persone intaccano quei pochi ideali in cui credo (nulla è eterno tranne la Carrà, ad esempio).
Esiste ancora un ambito lavorativo dove non si facciano giochi di potere? Comincio ad avere dei dubbi, la sensazione è che dilaghi la vera essenza del “democristianismo”, ovvero la vigliaccheria. Brutta bestia.

Non me ne vogliano gli elettori dell’UDC.

16 dicembre 2007

Metti una sera a cena (statistica, veggenza o cretineria?)

Venerdì ho partecipato ad una cena alquanto strana.
Non era la solita cena di fine anno tra amici/colleghi/conoscenti/compagni/etc, bensì una reunion familiare in pompa magna, circa settanta persone presenti; l'evento è stato organizzato in grande stile senza che ci fosse un matrimonio da festeggiare, semmai la scomparsa definitiva degli antenati, ma questo è un altro discorso poiché non è usanza italiana ma americana quella di organizzare banchetti per tali occasioni.
Nel pomeriggio aleggiava nella mia mente la seguente domanda: ma su settanta persone, ci sarà qualcun'altro della parrocchia oltre a me?
Evento delizioso, anche se per tutta la serata ho cercato di scansare le tipiche domande insolenti come "ma la fidanzata?", "quando ti sposi?" "e il battesimo?" alle quali rispondevo con un "è a casa, le donne le preferisco serve", "non mi sposo per scelta" e "io sono già battezzato con rito di Santa Romana Chiesa".
Tornando al quesito precedente la risposta è SI. Un cugino di terzo grado (spero di non aver sbagliato i conti), non conosco il suo nome ma credo di averlo già visto da qualche parte. Memorabile il momento in cui il cugino (di primo grado) che sedeva al mio fianco se n'è uscito con la seguente frase in dialetto bergamasco: ""ma chel chellà, l'è Tisiano Ferro?". Traduzione per gli abitanti di S. Severo in prov. di Foggia: "chi è quel giovane seduto là in fondo che ricorda tanto quel cantante odiato fortemente da Blasphemo e che di nome fa Tiziano Ferro?". Me ne sono stato zitto, ma credo avrei detto qualcosa come "sì è Tiziano Ferro" oppure "No, non lo è ma sembra che lo sia. Del resto, anche Tiziano Ferro non lo è ma sembra che lo sia". Fortunatamente non l'ho fatto, sarei dovuto ricorrere ai disegnini.

"Le donne le preferisco serve", ma chi ci crede a questo mio maschilismo ottocentesco?

06 dicembre 2007

Fermo immagine

Una dietro l'altra, le vedo tutte, davanti ai miei occhi: le faccio scorrere lentamente, cercando di dar vita a qualcosa di statico. Parlare di fotografie attraverso le parole non sarà facile, ma ci proverò.

Sono riuscito a trovare del tempo per fare un DVD con tutte le mie fotografie digitali: le prime risalgono al 2001, osservo i capelli che vanno e vengono, gli amici che vanno e vengono, i vestiti che vanno (buttati), i sorrisi che vengono. Ci sono persone che fanno parte del presente, altre rappresentano solo ciò che è stato e inevitabilmente un tuffo nel passato fa riaffiorare i ricordi.

Domenica mia sorella mi ha regalato un quadretto, l'ingrandimento di una foto scattata due anni fa in cui figuriamo io e mio nipote: avevo dimenticato questa immagine, forse perché entrambi abbiamo un'espressione insolita anche se presentabile. Ne avrei preferita un'altra, ho una collezione di bellissime foto con lui, ma "a caval donato non si guarda in bocca".

La sera precedente ho cenato in un agriturismo assieme ai miei colleghi di lavoro, uno di questi ha passato tutto il tempo a scattar fotografie. A fine serata, mentre guidavo verso casa, pensavo che non me ne avevano fatte a sufficienza: dov'è finita quella pudicizia adolescenziale, bastano un paio di bicchieri di Barbera ad alterare gli equilibri?

Settimana scorsa qualcuno mi ha chiesto di ricordargli una foto della mia infanzia: la mia descrizione è stata del tutto esauriente, ma quando domenica ho aperto nuovamente l’album mi sono accorto di aver ricostruito una situazione che non è mai esistita, almeno su di una Polaroid. Espressioni sbagliate, sorrisi inaspettati, sguardi totalmente dimenticati. Ciò che traspare però non è in contrasto col ricordo, si nota molto orgoglio ma con qualcosa in più che si chiama tenerezza.

Ecco quindi le mie foto:
- Un ragazzo di spalle sulla spiaggia di Bibione che fissa un'altro ragazzo
- Un ragazzo sovraesposto che occupa l'intera immagine con un ammasso di capelli (della serie, quale componente dei Jackson 5 ti assomiglia di più?)
- Un ragazzo che abbraccia un'altro ragazzo
- Una signora anziana, affaticata perché in piedi da troppo tempo, ma felice di esserlo
- Un'altra signora anziana poco sorridente
- Un ragazzo che tiene in braccio un bambino che ha il suo stesso taglio di capelli
- Un ragazzo divertito che scherza con un suo collega di lavoro
- Un bambino sorridente in sella alla sua motoretta elettrica che fissa la persona che gli è a fianco

Domenica sera ho incontrato un fotografo: nella sua camera oscura, alla flebile luce che dipinge tutto l'ambiente di rosso, egli ha estratto dalla vaschetta contenente liquido di contrasto una fotografia di una semplicità sconvolgente: è un autoscatto in bianco e nero, si vede un sorriso appena accennato, sicuramente imbarazzato ma tanto luminoso. Ho chiesto che questa immagine mi venisse regalata ed egli ha acconsentito.

Adesso mi resta da capire come archiviare su DVD una foto che non esiste nella realtà ma è solo nella mia mente. Dove metto l'USB?