La sfida
Procedo tranquillo e beato nell'opera di insaponamento all'interno del mio vano doccia, quando mi accorgo di avere gli occhi addosso. Ad altezza uomo nessuno sguardo indiscreto, il problema è...a mezz'altezza.
Un esile corpicino, due orecchie a sventola, ha indosso un accappatoio azzurrino piuttosto abbondante: definirlo bello è ingeneroso, ma ha quella faccia da furbetto che fa tanta simpatia; si affaccia timidamente e pian piano si pone davanti a me e comincia a fissarmi. Una voce lo richiama all'ordine, ma dopo neanche venti secondi eccolo di nuovo alla carica.
Io sto al gioco, e lo fisso.
Lui mi osserva.
Io trattengo a forza il sorriso.
Lui si lascia scappare un sorriso.
Io non ce la faccio più e, come un codardo, faccio finta di strofinarmi la faccia per nascondere la risata.
Sono stato sempre un campione in queste cose, ma anche i campioni sbagliano.
Ha vinto lui.