24 febbraio 2007

L'endecasillabo della politica

Tanto per annoiare, mi trovo nuovamente obbligato a dire che ieri sera ho seguito le Invasioni Barbariche (...e sai che novità).
La prima intervista, quella a Nichi Vendola, mi ha colpito molto. Ammetto che questa persona mi ha sempre colpito, ancor di più nelle vesti da politico, meglio ancora se poeta.

La politica ha bisogno di un contatto con la vita

Lì per lì sembra una banalità, demagogia allo stato puro, cavallo di battaglia di un qualsiasi berlu-populista: solitamente però si sente parlare della gente, e non della vita; trovo veramente geniale questa sottile differenza.

Trovo Nichi Vendola un uomo antistorico catapultato nel mondo moderno, che risulta l'anello di congiunzione tra il Festival di Sanremo e i rigassificatori; un uomo che rende poetica la politica, capace di dare nuovamente dignità ad una passione prestata a professione che ormai a poco a che fare con il pragmatismo.
Vedere un uomo che riesce a sciorinare un fiume di parole sulla pace così come per le lucertole mi affascina; mi affascina ancor di più vederlo convinto della propria fede religiosa e soprattutto dell'amore per la madre. Mettere a nudo le proprie paure passate e presenti lo rende a mio parere un politico sopraffino.

In questi giorni la politica ha offerto e continua ad offrire spettacoli indecorosi: se mi riduco io stesso a dirlo, vuol dire che si sta veramente toccando il fondo. Questa intervista mi fornisce ancora una speranza: la speranza di un'altra politica, che ha radici nel passato ma proiettata al futuro.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

E' affascinante la descrizione che fai di Nichi Vendola. E la condivido pienamente.
Avremmo bisogno di tanti Vendola in Italia...

Blasphemo ha detto...

In effetti risulta assurdo quanto la poesia, che è una delle arti meno "pratiche" e più lontane dal mondo moderno, possa essere un valore aggiunto per nobilitare l'uomo e la politica.