10 settembre 2007

Fill in the blanks

Ricordo che quando frequentavo ancora le aule scolastiche (ormai si parla di secoli fa), uno degli esercizi più ricorrenti nei compiti d'inglese era quello di riempire gli spazi vuoti con le parole corrette: lo sforzo richiesto dipendeva dalla difficoltà dell'argomento.

Blasphemo ________ someone.

In questo momento l'unico verbo che non riesco a coniugare correttamente al Simple Present e ad infilare in quello spazio vuoto è proprio quello lì. Si si, proprio quello. Non è nemmeno una questione di tempo, se provassi con Simple Past o il Past Perfect la solfa non cambia mica.

Erano mesi che non ci pensavo, forse quell'esercizio che risale alla lezione numero uno l'ho tralasciato perché ero troppo concentrato su altre questioni come il genitivo sassone ma sicuramente l'ho dimenticato di proposito.
E' sempre più semplice imbrogliare, magari nascondendo alla professoressa quel compito non eseguito: le parli con un accento impeccabile, stendi pagine e pagine piene di argomenti più o meno interessanti; poi ti accorgi che in quelle pagine quel verbo non c'è mai, al suo posto hai usato tanti di quei sinonimi che non nemmeno l'Accademia della Crusca inglese (semmai esistesse) conoscerebbe. E chi te lo ha ricordato? Tuo padre.

Giovedì ho visto mio padre con il mio libro d'inglese in mano, mi mostrava quell'esercizio irrisolto; mi sorrideva ma i suoi occhi erano pieni di lacrime, una goccia di sangue seccato riempiva quello spazio vuoto nella frase.

Grazie papà, grazie per avermelo ricordato.

Oggi ricomincia l'anno scolastico, vorrei tanto tornare a scuola, anche solo per un'oretta.