06 settembre 2007

Words don't come easy

Piacere, sono Minnie Minoprio. Ah, no, scusa, volevo dire Lola Falana.

Sarà che sto viaggiando dritto dritto verso il compimento del ventiseiesimo anno d'età, sarà che l'arterio sclerosi è sempre più diffusa anche tra i giovani, ma mi sono accorto di aver perso l'uso delle parole; se devo essere sincero, non l'avevo mai acquisito, nemmeno l'arte dello scrivere mi appartiene, credo che questo blog violaceo riporti più errori di un saggio (non di danza) di Don Lurio: il compianto almeno aveva la scusante della lingua, io non posso certamente spacciare il mio sporco dialetto bergamilanese come il nuovo esperanto.
Certe volte ho la sensazione di usare le parole a casaccio, come se avessi effettuato le estrazioni del lotto e dai bussolotti estraessi delle parole o delle lettere per comporre frasi di (impietoso) senso compiuto. Certe o-sce-ni-tà! Mi sono accorto di aver ridotto inconsciamente l'uso delle braccia per comunicare, abitudine molto italiana, ma l'effetto ottenuto è del tutto simile a quella del Voltfast (antinfiammatorio alquanto potente) sul mio stomaco: le parole non stanno più al loro posto.
Fin da piccolino, l'uso delle parole "destra" e "sinistra" è stato incondizionato, alzavo sempre la mano sbagliata, tuttora sarei il peggior navigatore umano che qualsiasi automobilista possa avere: potrei portare chiunque ovunque (che bella cacofonia).
Caro Blasphemo: espletare ed esplicitare sono due verbi diversi, perché li usi a casaccio quando conosci il loro significato?
Il tetto e la tetta non sono proprio la stessa cosa (qui manca l'esperienza).
Cara Minnie Minoprio, smettila di usare in grande quantità gli aggettivi, non si mettono qua e là come il formaggio grattugiato sui maccheroni. E nemmeno gli avverbi. Deficiente però va bene (l'aggettivo ti si addice)!
Dire E io cosa ho detto? dopo che la gente ti ha corretto non ti fa fare una bella figura, meglio un ma guarda che io ho detto x e non y! (negare, sempre!).
Quando qualcuno comincia a spiegarti certe parentele in stile "Cent'anni di solitudine" usa carta e penna, le parole "cognato" e "nipote" possono essere tranquillamente sostituite da una bella freccia tra due cerchiolini e un paio di nomi.
Infine, cara Lola Falana dei miei stivali, ti prego, prendi in mano un qualsiasi libro di scienze delle elementari e ripassa un po' il corpo umano: mani e piedi sono due parti che non vanno confuse; non ti lamentare se lo sportello del casellante ha quello scopettino fastidioso ai piedi, perché qualcuno potrebbe pensare che tu, in quanto attrice d'altri tempi, possa impiegare il tuo tempo libero a fare avance ai numerosi casellanti di sesso maschile con i tuoi meravigliosi piedini.

Avanti così: il giorno in cui mi darò della lesbica, sarà la fine. Della mia eterosessualità.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Secondo me più che saper esprimersi è importante sapere espreimere.

Blasphemo ha detto...

Vai a dirlo alle mie insegnanti di italiano/lettere...

(comunque hai scritto esprimere in modo errato)

Anonimo ha detto...

Come volevasi dimostrare ;)