19 maggio 2007

No C.C.

Ore 9.15, i parcheggi sono ancora quasi vuoti, metto piede nel centro commerciale ancora deserto. Alle casse del supermercato c'è già qualche cliente, ma i carrelli sono praticamente vuoti.
Mi serve una maglietta, giusto per far crescere l'autostima del mio armadio, ultimamente messa a dura prova dall'operazione "sacco dell'immondizia"; giro per negozi, ma niente di soddisfacente; il commesso di Passatempo, che in onore al negozio ha raggiunto l'età di Matusalemme, incrocia il mio sguardo per un nanosecondo e spudoratamente mi dice "ciao...dove ci siamo già visti?" e io "mmmh....non lo so": fortuna che quel negozio ha tutta roba cara e lontana dai miei gusti. Spudorata.
All'US Fashion Store i capi sono pochi e non mi piacciono, da Bloom i vestiti femminili hanno invaso lo spazio maschile e quel che resta fa veramente pena; mi dirigo verso un negozio di cui non ricordo il nome ma che tempo fa aveva un bell'ometto come piegamagliette, ma la delusione è cocente visto che al suo posto c'è una donna e di t-shirt carine non ce n'é nemmeno l'ombra. Da Tank fortunatamente trovo qualcosa, ringrazio la commessa Punk che oltre ad avermi ordinato la maglietta della mia taglia mi ha fatto star bene con una affermazione del tipo "ti preferisco anch'io con le magliette più aderenti". Grazie tesoro ti farò conoscere un mio amico punk che, in quanto a gusti sessuali, ti possa soddisfare.
Per finire, la commessa della profumeria XXX (...?) riesce a spillarmi 30 euri per una crema, dopo un trattato scientifico sull'utilizzo di creme/scrub/detergenti e avermi reso felice con una quantità industriale di campioncini.
Esco da questo negozio, mi ritrovo immerso nella folla tra pacchetti, sportine (ma quanto mi piace questo termine?) e bambini che giocano con palloncini o strattonano il papà per quel giocattolo tanto ambito.
Ecco perché adoro le botteghe di paese, quelle in cui posso raccontare i cazzi miei al negoziante; quelle in cui è assolutamente vietato chiedere informazioni senza comprare, quelle in cui il salumiere ti chiede "è un etto e quaranta sciura, che faccio, lascio?".

Sarò nostalgico e antistorico, ma adoro quelle insegne malfunzionanti. Purtroppo sono anch'io vittima di questo trend, ma non ci posso fare nulla, è disarmante questo.

1 commento:

Anonimo ha detto...

A me i negoziotti di paese piaccono dall'esterno.
Ma per gli acquisti preferisco l'anonimato dei grandi centri.