08 maggio 2007

Una città, un antico mestiere

Questo mio ritorno a Londra dopo molti anni è stato vissuto in un modo assai particolare: ne sono convinto, anche se ci fossi tornato alla sola distanza di un paio d'anni certamente l'avrei vista comunque con occhi diversi.
La città segue i tempi, le mode e le abitudini: una miscela di culture che difficilmente si confrontano l'una con l'altra, negli stessi quartieri si convive; è una città che s'impaurisce alla vista di qualunque borsone abbandonato in un qualsiasi luogo affollato, correndo il rischio di creare inutili allarmismi tra la gente comune.
The Smoke ha ancora tanto fascino, le sue bellezze e l'impeccabile efficienza dei servizi hanno pochi rivali al mondo, la cultura inglese stessa ha un profilo unico in tutto il globo.
I turisti sono abbagliati dalle luci di Piccadilly Circus, ma è sufficiente girare per Soho dopo le 21 e accorgersi del degrado in cui sguazzano spacciatori e magnacci: ad uno straniero come me, bastava chiudere gli occhi alla vista di questi eccessi e godere delle sole esuberanze rese seduttrici dalle luci artificiali delle insegne.
Tutto ciò che ho scritto lo si può adattare ad una qualsiasi metropoli occidentale, ma nel mio caso in contrapposizione alla visione critica e refrattaria c'è stato quel processo d'osmosi che ti trascina all'interno di sensazioni eccitanti ed uniche.
Secondo me Londra è come una puttana: una puttana d'altri tempi, sicuramente navigata ma giovane nello spirito, incline ad ogni nuova tendenza che le si propone, ferma e decisa però nelle proprie convinzioni acquisite con l'esperienza.
See you soon

2 commenti:

Anonimo ha detto...

E ti ha fatto una tessere fedeltà questa vecchia signora per assicurarsi il tuo ritorno?

Blasphemo ha detto...

Figurati che non mi ha nemmeno rilasciato lo scontrino a fine prestazione!
Forse sono semplicemente abituato a quelle italiane
:o)