29 aprile 2008

Mamma Roma, arrivederci (parte prima)

Ogni riferimento a Remo Remotti è puramente casuale.
Cinque giorni di vacanza a Roma, in trasferta e in solitaria.


Se Roma è la mamma, Milano è la zia antipatica che non ti ha mai fatto un regalo da piccolo.
Roma è la città dei fori, i buchi invece sono nelle mani dei turisti spendaccioni (anche un po' come me).
Ho visto la Roma elettorale dei Rutelli e degli Alemanno, sul Vittoriano di notte volavano in circolo i pipistrelli, quasi a presagire un futuro spiacevole per la nostra patria.
E' la Roma di Tarzan, la Roma della Badescu.
A Roma gli autisti dell'ATAC ti indicano il carcere di Regina Coeli sventolandosi la mano davanti al viso, a Roma c'era un clone di Marisa Merlini.
E' la Roma dei palazzi, delle chiese e dei senzatetto.
E' la Roma di Trastevere, quella che ti fa aspettare quasi 50 minuti un piatto d'amatriciana; è la Roma dell'Esquilino dove una carbonara t'arriva dopo 10 minuti.
E' la Roma dei preti in S. Pietro, è la Roma dei "parrocchiani" al Colosseo.
A Roma la domenica sera i bus non arrivano mai, ma la metro è sempre puntuale.
E' la Roma della porchetta ma anche della cotoletta alla milanese.
A Roma i turisti giapponesi fotografano i cavalli mansueti e gli svedesi le carrozze della metro.
E' la Roma in fiore di Trinità dei Monti, la Roma dei sottopassaggi allagati.
E' la Roma tranquilla di Villa Borghese la domenica mattina, la Roma affollata di via del Corso il sabato pomeriggio.
E' la Roma delle monetine nella Fontana di Trevi, la stessa che ti chiede "Che c'hai un euro da prestamme?"
E' la Roma dei posti di blocco ad ogni angolo nel giorno della Liberazione, è la Roma delle lunghe file ai Metal Detector.
E' la Roma del "prego s'accomodi" e del "a 'ndo vai, cerebroleso?"
E' la Roma scritta in latino, ma parlata in dialetto.
E' la Roma delle bestie feroci nel Colosseo, e degli animali nella metro.
E' la Roma del padre che tiene in braccio un bimbo, è la Roma della coppia di padri che spinge un passeggino.
A Roma nessuno sa chi sei, ma tutti sanno cosa vuoi.


Ascoltavo fino alla noia: Goldfrapp - Clowns

Ciao ma', un bacio ar pupo.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

E' proprio questa, Roma. Come vedi, hai saputo comprenderla.
Quello di cui non ricordavi il nome (nell'altro post) è stato tra i primi a riconoscere che la gentilezza non sta nel sangue. Gentilezza che è anche saper distinguere nel latino un passato lontano, eppure vicino; e leggere nel dialetto un'umanità che scalfisce, piega e commuove.
La nostra storia, tutto ciò che abbiamo.
Alla Roma delle fontane che si svuotano il lunedì mattina, delle turiste in posa che si abbracciano al Colosseo, delle trattorie che tutto sono tranne che trattorie; mancheranno i turisti come te!
Padania libera. Scherzo. ;)

Blasphemo ha detto...

Ringrazio la mia professoressa di Lettere del triennio per avermi lasciato qualcosa, a quanto pare è servito anche se con considerevole ritardo!

Colgo l'occasione per salutare quell'abbondante ma adorabile donnetta (mi legge sempre ma non commenta mai).

Grazie anche a te, sconosciuto, per la precisazione.