29 aprile 2008

L'anagramma (Mamma Roma, arrivederci - parte seconda)

Oggi non avevo assolutamente voglia di parlare: ero talmente geloso di quello che m'ero portato via da Roma da non volerlo condividere con nessuno, immagini e pensieri.

Ieri, in attesa di un funesto rientro a casa, entrai in Santa Maria degli Angeli e dei Martiri e, sededendomi sui banchi per far riposare i miei piedi doloranti, pensai: qual è l'anagramma più utilizzato come esempio? Quello della parola ROMA, ovviamente; immediatamente dopo mi sono ricordato (non so come abbia fatto, non ricordavo sinceramente l'autore) dei miei lontani trascorsi scolastici e di quest'opera:

l'opera


prende amore in gentilezza loco
così propiamente
come calore in clarità di foco

Citazioni a vanvera a parte, mi piace intendere queste parole in senso lato, senza alcun discorso filosofico o politico: Roma è stata capace di regalarmi anche questo. Ho visto un cuore gentile, dentro di esso sono sicuro che "l'anagramma di Roma" prenda posto così naturalmente come il calore prende posto nella luce del fuoco, nonostante tutto.
Ciao ni', un bacio ar pupo e grazie der portapasse.

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