11 dicembre 2006

I due mondi

A. è un ragazzo splendido, molto riservato e pacato nei modi, pieno di risorse e credo molto altruista. Ormai sono circa otto mesi che ci conosciamo, fu l'ultima mia felice conoscenza nella community di Gay.tv, prima della mia partenza dalla casa paterna. Ci sono molte cose che io invidio di lui e lui di me (come il colore delle pareti del mio salotto). Le nostre missive elettroniche scambiate fin dal principio spesso sono infinite, e quando ci vediamo chiacchieriamo molto, io un po' più di lui.
Da settimane desideravo anzitutto rivederlo, avere un aggiornamento sulla sua vita da "fisioterapista parrocchiano che ama Bjork", raccontargli la mia esperienza a Barcellona, ma anche fargli conoscere gli amici che frequento e a cui mi sono affezionato. Sabato ho invitato il mio amico A. ad unirsi alla truppa per una serata all'Out, lui ha accettato ed è venuto con noi. A. s'è trovato molto bene, credo si sia divertito e trovato a proprio agio, tant'é che domenica sera il mio amico N. mi ha chiesto se avrà il piacere di rivederlo. Ci siamo divertiti tutti un casino, la serata è stata splendida.
Tutto questo per me è motivo di soddisfazione, trovo splendido quando due ambiti totalmente separati della mia vita si uniscono: mi piace vedere le dinamiche, la mescolanza e, perché no, l'eterogeneità delle componenti. Due mondi che si uniscono. In passato avevo già sperimentato questi meccanismi, anche tra ambiti totalmente diversi fra loro, ma i risultati non erano stati esaltanti. Chissà perché non riesco mai a fondere un terzo mondo (o perlomeno non ne ho il desiderio), quello del partner, non credo sia semplicemente una questione di affinità elettive. Forse al mio animo giocherellone piace giocare in modi diversi in diversi ambiti.

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