22 dicembre 2006

Un senso

Ora che Piergiorgio Welby sta meglio spero che gli italiani possano dare un senso a questa vicenda, riflettendo sull'accaduto e comprendendo quanto sia importante per ognuno di noi affrontare certi temi.
Anzitutto spero che Pannella e Volonté non continuito da opposti fronti a parlare di eroismo o di omicidio, non è né l'uno né l'altro. Spero che i Radicali possano continuare questa campagnia di sensibilizzazione, allargando gli orizzonti del discorso e cercando consensi tra cittadini e istituzioni. Spero che il testamento biologico diventi legale in questo paese. Spero che gli italiani laici si facciano coinvolgere in questo dibattito, affrontando il problema con coscienza e non per partito preso. Spero che gli italiani cattolici preghino per Welby e accolgano idealmente tutti quelli come Welby nella propria famiglia, per poter provare sulla propria pelle cosa significa stare accanto ad una persona con un desiderio così profondamente sincero. Spero che il dottore che ha staccato il respiratore non venga incriminato per una giusta causa, perché quella di Welby non è eutanasia: un uomo che rivolge un disperato appello al Capo dello Stato e ai giornali (e quindi a tutti i cittadini), un uomo che è capace di vivere con una grandissima dignità questi ultimi suoi anni di sopravvivenza è un uomo cosciente e lucido; Welby sussurrava le proprie volontà al mondo intero, dalla propria stanza, dal proprio letto, dal proprio cuore. Quella di Welby non è eutanasia, è benevolenza verso un poeta della vita.

Vita è la donna che ti ama, il vento tra i capelli, il sole sul viso, la passeggiata notturna con un amico. Vita è anche la donna che ti lascia, una giornata di pioggia, l’amico che ti delude.

Concludo con le sue ultime parole, sempre sussurrate: Grazie, Grazie, Grazie.

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